Il 2019 e il presente di Prada. In pratica, un inevitabile percorso tra i “grandi progressi” (dell’anno scorso) e l’emergenza (attuale). Del resto, gli analisti avevano previsto ricavi per 3,21 miliardi di euro e un utile operativo di 306 milioni di euro (stime Refinitiv). Mentre il bilancio 2019 si è chiuso con ricavi netti a 3,226 miliardi di euro, +3% a cambi correnti e invariati a cambi costanti.
La positività
L’EBIT è stato di 307 milioni di euro rispetto ai 324 del 2018. L’utile netto è stato di 256 milioni di euro rispetto ai 205 dell’anno scorso, grazie all’agevolazione fiscale “Patent Box”. La strategia di limitare le vendite non a prezzo pieno e le proteste di Hong Kong hanno pesato sui conti della griffe.
Le vendite e i marchi
Le vendite degli accessori di pelletteria hanno generato il 56% del fatturato retail complessivo della griffe. Sono cresciute del 2% a cambi attuali, ma sono scese dell’1% a cambi costanti. Quelle delle calzature, che pesano per il 18% sul totale, sono salite del 2%a cambi attuali, ma sono rimaste invariate a cambi costanti. Marchi (a cambi costanti): Prada+2%, Miu Miu -2%, Church’s -3%, Car Shoe +13%.
Il commento e l’emergenza
Patrizio Bertelli, CEO del gruppo Prada, ha commentato: “Il 2019 è stato un anno di grandi progressi. L’inizio del 2020 è stato molto favorevole, ma l’epidemia di Coronavirus ha interrotto la nostra traiettoria di crescita. Anche se è difficile prevederne l’evoluzione, ci aspettiamo un impatto negativo sui risultati di quest’anno. Stiamo implementando un piano di emergenza completo per mitigarlo. Ci siamo basati sulla flessibilità della nostra supply chain e sulla nostra organizzazione snella. La solidità della nostra struttura finanziaria ci dà la fiducia necessaria per superare questo eccezionale momento e di essere pronti a catturare la ripresa quando si presenta”. (mv)
Immagine tratta da prada.com
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