Una stangata che farà rotolare teste ai piani alti. Nel primo semestre del 2016 il fatturato del gruppo del lusso Richemont (5 miliardi di euro) è in calo del 13% rispetto all’anno precedente, mentre l’utile netto (540 milioni) si è dimezzato: il crollo è del 51%. Per la holding svizzera, forte nella gioielleria ma titolare anche di brand che si occupano di pelletteria e accessori come Lancel (nella foto), Montblanc e Purdey, le difficoltà vengono dal momento nero dell’orologeria (Piaget e IWC hanno perso il 17%) e dai costi del piano di chiusura dei punti vendita. Gli unici mercati in cui le griffe di Richemont hanno retto sono Cina, Regno Unito e Corea del Sud. Ai pessimi risultati del 2016 seguirà nell’anno venturo un robusto turnover nel management. Il direttore generale, Richard Lepeu, dal 31 marzo potrà godersi la pensione, mentre il direttore finanziario Gary Saage il 31 luglio lascerà il proprio posto a Burkhart Grund, già oggi in seno al gruppo elvetico. Il nuovi capoccia saranno indicati dal CdA di Richemont a settembre. (rp)
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