Russia e Cina non turbano LVMH, che nel primo trimestre fa +23%

Russia e Cina non turbano LVMH, che nel primo trimestre fa +23%

Tra gennaio e marzo da Russia e Cina sono arrivati scossoni capaci di far tremare i polsi ai più. Non a LVMH, però. Il primo trimestre si rivela solido per il più grande gruppo del lusso al mondo. Anche e soprattutto grazie alla divisione “Moda e Pelletteria” che, pure in virtù dell’aumento dei prezzi, registra il +30% delle vendite. Meglio anche dell’ultimo trimestre del 2021 (+28%). Dior e Celine sono i brand più veloci.

Il trimestre

Nel primo trimestre 2022 le vendite complessive di LVMH crescono del 23% su base organica (senza l’effetto dei cambi delle valute). Arrivano, così, a 18 miliardi di euro, battendo la previsione di Jefferies, citata da Reuters, del +18%. Fa la parte del leone la divisione moda e pelletteria (+30%), che genera la metà dei ricavi e quasi tre quarti degli utili del gruppo, superando le aspettative di +17% secondo le stime menzionate da RBC. Dior e Celine sono cresciute più velocemente di altre etichette, dicevamo. Louis Vuitton “non è mai molto lontano dalla media della divisione”, dice agli analisti Jean-Jacques Guiony, CFO di LVMH. Lo stesso manager afferma che il gruppo continuerà ad aumentare i prezzi. Incrementi che dovrebbero coprire l’aumento dei costi previsto per i prossimi mesi e che, negli auspici, avranno un effetto positivo sulle vendite nel secondo trimestre.

 

 

Le influenze di Russia e Cina

Nel medio termine più della Russia preoccupano la Cina e l’evoluzione della pandemia. Guiony paragona l’attuale situazione a quella di due anni fa. Rassicura però che la società non è preoccupata per gli impatti a lungo termine. Basandosi sull’esperienza dei precedenti lockdown in Cina, il manager prevede che la domanda tornerà non appena le restrizioni si allenteranno. (mv)

Leggi anche:

 

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×