Se salta pure lui vuol dire che lo shake up di Gucci sta fallendo

Se salta pure lui vuol dire che lo shake up di Gucci sta fallendo

Be’, forse lo shake up di Gucci del 2023 non è andato proprio bene. Certo, gli avvicendamenti nel management del brand ammiraglio di casa Kering si possono leggere in maniera neutra. Come un ricambio forse già programmato nel tempo. Chissà. Ma le voci sulla possibilità che anche Alessio Vannetti, ingaggiato appena 13 mesi fa col ruolo di “executive vice president chief brand officer”, stia per lasciare la poltrona fa pensare a un contesto molto più tumultuoso.

Lo shake up di Gucci ha bisogno di un nuovo shake up

Kering ha appena nominato Stefano Cantino, che era già il deputy CEO (cioè, un vice), CEO di Gucci. Qualcuno ha scritto che nella scelta c’era il malcontento per quanto fatto da Jean-François Palus, in sella da luglio 2023. Ma si poteva anche obiettare che, probabilmente, l’incarico di Palus (a lungo CFO di Kering) fosse un interim per rimettere in riga un brand dai conti dissestati prima di lasciare a qualcuno che dispiegasse una visione di più ampio termine. Ma il caso di Vannetti è diverso.

 

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Appena 13 mesi fa

Rileggendo le cronache di settembre 2023 (appena 13 mesi fa, vale la pena ribadirlo), Vannetti tornava in Gucci, dove aveva già lavorato tra il 2015 e il 2019, per prendere il posto di Susan Chokachi (all’addio dopo 25 anni). E aprire con Sabato De Sarno (col quale aveva già collaborato in Valentino e che di lì a breve avrebbe presentato la sua prima collezione) “il nuovo capitolo” della storia del marchio. Il capitolo è durato molto poco, a ben vedere.

Tempi turbolenti

Anche perché l’impressione, alla luce delle continue fibrillazioni nella maison, è che la ridda di nuove nomine e incarichi del 2023 sia già sottoposta a profonda revisione. Da un lato la CEO dei CEO di Kering, Francesca Bellettini, ha spiegato che il team creativo cresce alla luce di un approccio collegiale al design. Ma dall’altro, dal momento che la ripartenza sul mercato non è mai arrivata, la sensazione è che Kering abbia fretta di imbroccare la strada giusta senza aspettare di verificare se le scelte del recentissimo passato sono indovinate.

Foto Shutterstock

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