Il fattaccio sarebbe questo: Philipp Plein (nella foto), arrembante designer tedesco che sta per inaugurare uno showroom in corso Venezia (Milano), dallo scorso ottobre avrebbe iniziato a corteggiare circa dieci commessi della boutique D&G di via della Spiga n. 26. Un pressing, insomma, per valutarne la predisposizione a cambiare casacca e datore di lavoro. L’ufficio legale della griffe fondata da Domenico Dolce e Stefano Gabbana, però, non ha gradito l’interferenza e ha intimato con lunga e determinata missiva a Plein di smetterla con gli abboccamenti. “I dipendenti sono da anni sales assistant nella più importante boutique al mondo – sostiene la diffida –. Tutti e in prima persona gestiscono un cospicuo numero di clienti molto importanti per l’azienda, per fidelizzazione e fatturato”. Dal canto suo, Philipp Plein non contesta la veridicità dell’accusa, ma si limita a ribattere che “in un Paese libero chiunque può scegliere da solo dove lavorare e se le persone sono felici del proprio lavoro non pensano di lasciarlo”. Mentre D&G gioca la prima mossa con una formale e riservata lettera d’avvocati, il designer tedesco mette in piazza la querelle con un lungo post su Instagram. Ognuno combatte la battaglia con le armi che ritiene più opportune. (rp)
Tra Social e carte bollate, scoppia tra D&G e Philipp Plein la guerra per i commessi milanesi
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