Per il 2025 la parola d’ordine del fashion system è sempre la stessa: incertezza. I CEO dei brand si preoccupano per la fiducia dei consumatori, mentre la sostenibilità è uscita dall’agenda con tanti saluti agli investimenti green. È quello che rivela il nono report annuale State of Fashion redatto da McKinsey & Company e BoF – Business of Fashion Insights che definisce il prossimo anno “particolarmente tumultuoso e incerto”. Ecco le prospettive nel dettaglio.
Un anno tumultuoso e incerto
Quel rallentamento ciclico temuto a lungo è arrivato. Le prospettive dell’industria della moda per il 2025 sembrano indirizzate a proseguire quelle (lente) viste nel 2024. Per cui ci sarà una resa dei conti per molti marchi. L’80% dei dirigenti coinvolti nell’indagine BoF – McKinsey State of Fashion 2025 Executive Survey non prevede alcun miglioramento. In particolare, il 41% prevede un contesto invariato e il 39% prevede un peggioramento. Solo il 20% degli intervistati vede un miglioramento delle condizioni rispetto al 2024. Come affronteranno il 2025 i manager? Cercheranno di conquistare quote di mercato, con strategie ad hoc per ogni area geografica. Poi: amplieranno le loro fasce di prezzo e si concentreranno sul posizionamento del marchio. Obiettivo: catturare l’attenzione degli acquirenti che stanno dando sempre più priorità al valore.
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio
Sette CEO su 10 hanno indicato la fiducia dei consumatori come il rischio principale per il 2025. McKinsey Fashion Growth Forecasts prevede che il mercato globale della moda l’anno prossimo registrerà una crescita a una sola cifra nel 2025, riflettendo una decelerazione strutturale dopo il boom post-pandemia. A livello globale il settore del “non lusso”, come lo definisce il report, andrà meglio del lusso. Crescerà tra il 2 e il 4% in Europa e in Cina e del 3-4% in USA. Viceversa, il “lusso vero” crescerà tra l’1 e il 3% in Europa e del 3-5% in USA ma perderà il 3% in Cina.
Non è più un fattore di crescita
Un altro punto chiave segnalato è che la sostenibilità è scomparsa dall’agenda dei CEO. Solo il 18% dei quali la cita come uno dei tre principali fattori per la crescita nel 2025, in calo rispetto al 29% del 2024. (mv)
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