Louis Vuitton conferma Nicolas Ghesquière per altri 5 anni. Una scelta che va controcorrente rispetto al vorticoso valzer dei direttori creativi dei marchi del lusso. I ricavi della griffe sono triplicati da quando Ghesquière ne è diventato direttore creativo delle collezioni femminili, nel 2013. Da questa data, secondo le stime di mercato, le vendite annuali di prêt-à-porter si sono moltiplicate di oltre 5 volte. Quelle di scarpe e pelletteria sono quadruplicate. Morale: stile vincente non si cambia.
Moderno patrimonio
Nel 2013, quando Bernard Arnault parlò per la prima volta con Ghesquière (nelle foto, tratte da un video di YouTube), gli disse che uno dei suoi obiettivi era quella di creare nuove borse ed elementi di moda che potessero diventare “parte del moderno patrimonio di LV”. Missione compiuta. Il CEO del marchio Pietro Beccari ha sottolineato a WWD la comprovata esperienza di Ghesquière nella creazione di articoli di pelletteria di successo. Dalla Petite Malle, presentata alla sfilata di debutto, fino alla Cour Carrée del Louvre e alla GO-14 recentemente rilanciata. Lo stilista ha spiegato che concepisce borse e scarpe come elementi integrali della sua silhouette. “Non sono pezzi separati che vengono messi insieme. A livello di progettazione, pensiamo a tutto insieme; facciamo tutto con la stessa intenzione e la stessa passione”.
Stile vincente non si cambia
I risultati economici sono il miglior biglietto da visita dello stilista. Il fatturato di Louis Vuitton ha superato l’anno scorso i 20 miliardi di euro. E si appresta a issarsi ai 30. Facile capire, quindi, la ragione per cui Ghesquière si sia guadagnato la riconferma (per altri 5 anni) sulla poltrona di direttore creativo. Una decisione che sa di continuità, in un mondo in cui il direttore creativo si cambia con estrema facilità, anche dopo una sola stagione. “Penso che ci voglia tempo per costruire codici, per costruire un’estetica, per consolidare uno stile oltre la moda“, ha osservato Ghesquière. Lo stilista ha sottolineato che il lavoro del direttore creativo è cambiato notevolmente da quando ha iniziato. Ora non deve solo creare nuovi capi di moda, ma anche un’atmosfera e una narrazione che possano essere trasmessi alle vetrine e nelle boutique, alle esperienze dei clienti, e alla cultura in generale. Sarà questo il suo segreto? (mv)
Leggi anche: