Ormai si può parlare di bipolarismo del mercato della moda. Perché da un lato ci sono i grandi brand e i grandi gruppi del lusso. Che continuano a investire e crescere malgrado le ondate pandemiche, le incertezze legate alla politica Zero Covid in Cina e la guerra in Ucraina. Anzi, quasi in virtù del contesto così difficile. Perché, come vi raccontiamo sul numero 7/8 de La Conceria, ora in distribuzione tra gli abbonati, il mercato dell’alto di gamma si basa su meccanismi che si esaltano in contesti di incertezza economica generale. Molto più difficile è portare avanti le attività per chi a questa fortuna non partecipa.
Il bipolarismo del mercato
Abbiamo deciso di sintetizzare lo scenario di mercato nel titolo “C’è chi può e chi non può”. E di dare spazio e voce a chi si trova in entrambe le posizioni: quella privilegiata del lusso consolidato e quella di trincea dell’impresa artigiana o del piccolo marchio. Con tutte le sfumature intermedie, dove operano fornitori di prodotto finito o di materiale. Abbiamo intervistato imprenditori e vertici delle associazioni confindustriali. Abbiamo preso il polso delle concerie e affrontato il discorso dalla prospettiva con Massimiliano Tintinelli (MTI Consulting), che delle stesse aziende della moda è un consulente.
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