L’ultimo esercizio di Mulberry porta con sé l’aggravio delle perdite. Sul prossimo pesano il social distancing e le conseguenze combinate della pandemia e di Brexit. “Dopo la fine dell’esercizio (terminato al 28 marzo, ndr), le vendite sono state superiori alle nostre prime aspettative – ha affermato il CEO Thierry Andretta –. Tuttavia, non possiamo sfuggire alla realtà: il lusso britannico e le città del Regno Unito affrontano un futuro molto incerto, ostacolato da misure di social distancing necessarie, ma drammatiche”. Non solo: gravano “livelli di affluenza bassi e allarmanti” continua, nonché le “pressioni degli affitti elevati” e “delle imminenti modifiche allo shopping tax free”.
I numeri
Il gruppo britannico ha chiuso lo scorso esercizio con un calo delle vendite del 10,2%. Il giro d’affari si è attestato a 149,3 milioni di sterline, con una perdita rettificata ante imposte di 14,2 milioni di sterline. Nel bilancio precedente Mulberry registrava un utile di 1 milione.
Il social distancing
“Prima dell’impatto della pandemia stavamo ottenendo buoni risultati. Eravamo sulla buona strada per registrare un utile ante imposte nella seconda metà dell’anno” ha detto Andretta. Dal 29 marzo al 26 settembre 2020 le vendite di Mulberry sono in calo del 29% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il trend è, però, in miglioramento: i numeri sono più positivi rispetto alle attese della società. In questo periodo le entrate online sono aumentate del 69%. Secondo Andretta, il buon andamento pre-pandemia e il miglioramento in atto sono dovuti “alla nostra strategia di crescita basata su quattro pilastri: la distribuzione omnicanale, lo sviluppo in Asia, la spinta all’innovazione costante e la sostenibilità”. (mv)
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