Nel primo trimestre fiscale 2017/2018 (chiuso il 30 settembre scorso), Tapestry, nuova dimensione identitaria del Gruppo Coach, ha registrato vendite per 1,29 miliardi (+24,2%), aumento dovuto all’immissione in bilancio dei conti dell’ultimo marchio acquisito (lo scorso 10 luglio), Kate Spade, che nel periodo ha accusato un calo del 9% (269 milioni di dollari). Il brand Coach ha perso il 3% (924 milioni di dollari, -2% nei negozi diretti), mentre il business calzaturiero di Stuart Weitzman è cresciuto del 10% (96 milioni). Victor Luis, ceo di Tapestry, appare soddisfatto dal rendimento del brand ultimo acquisito, che molti analisti consideravano pagato in eccesso (2,4 miliardi di dollari): “Stiamo lavorando per avere risultati di lungo termine, diminuendo sia la distribuzione wholesale che le iniziative di flash sale, e siamo ancora più fiduciosi di prima sulle opportunità di Spade”. Fiduciosi al punto da stimare per l’intero esercizio fiscale 2018 un giro d’affari in crescita di almeno il 30%, per un valore compreso tra 5,8 e 5,9 miliardi di dollari, sul quale pesa in modo “positivo” il fatturato annuale di Kate Spade, pari a circa 1,2 miliardi di dollari. (pt)
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