LVMH avrebbe staccato all’Agenzia delle Entrate francese un assegno da 400 milioni di euro per chiudere il contenzioso fiscale nato intorno al tentativo di scalata a Hermés. Quando nel 2014 ha rivenduto alla famiglia Dumas il pacchetto di azioni accumulato a partire dal 2008, il colosso francese ha generato una plusvalenza da 3,8 miliardi di euro, finiti, però, nelle casse di una società controllata con sede in Lussemburgo. A due anni di distanza dalla transazione e a poche settimane dall’arresto di due suoi funzionari con l’accusa di spionaggio industriale proprio nell’ambito dell’affaire-Hermés, LVMH cede alle richieste del fisco francese e gli riconosce un importo (pari al 10% degli utili netti del 2015) costituito dalla somma dei 380 milioni di imposte non pagate e di 20 milioni di interessi maturati. Lo riporta il settimanale Le Canard Enchaîné, secondo il quale l’accordo consente a LVMH di evitare guai maggiori in sede giudiziale. La holding francese del lusso, intanto, chiude le porte a Amazon. “Riteniamo che il portale non si adatti al nostro prodotto ed al nostro brand” ha sintetizzato l’amministratore finanziario di Lvmh, Jean-Jacques Guiony, quando durante la conferenza degli investitori gli è stato chiesto se la maison francese pensasse ad un futuro all’interno della piattaforma del colosso mondiale on-line. “Non vedo alcuna possibilità che possiamo essere venduti da loro nel breve periodo” ha concluso. La domanda era stata posta per via del tentativo che Amazon sta compiendo di elevare il livello del “lusso accessibile” in cui sta cercando di stabilizzarsi con brand quali Michael Kors, Calvin Klein e Kate Spade. Gli analisti interpretano il rifiuto alla luce dei timori di offerte sul sito non pari al livello dei massimi brand, ed al rischio di sconti. (rp/pt)
Il tentativo di scalata a Hermés costa caro a LVMH: 400 milioni al fisco francese. Arnault, intanto, chiude le porte ad Amazon
