L’ultimo esempio il pallone di Tiffany, che vedete nell’immagine a sinistra. Parliamo di quello che i media definiscono come “una crescente affinità del lusso per lo stile nel basket”. Il punto di svolta lo ha dato (guarda caso…) Virgil Abloh quando, alla fine del 2020, sviluppò la capsule collection Louis Vuitton x NBA, la lega professionistica americana (a destra nell’immagine). Il mondo della moda e del lusso guarda con particolare attenzione i campioni di questo sport, perché si sono trasformati in influencer. Testimonial ideali di un lusso che, ormai, ha canalizzato nei suoi codici lo sportwear e tutti i suoi accessori. Per cui, se una volta lo slogan dell’NBA era This Is Why We Play, oggi potrebbe rideclinarlo in This is why we luxury.
Il pallone di Tiffany
L’ultimo esempio della commistione tra lusso e NBA è il progetto di Tiffany. La griffe posseduta da LVMH e l’artista Daniel Arsham celebrano l’All Star Game in programma a Cleveland il 21 febbraio. Lo fanno con un pop-up store nel centro della città dell’Ohio dove sarà in vendita la Tiffany Blue Basketball, un pallone da pallacanestro in edizione limitata che si ispira a quello ufficiale in pelle Wilson usato nelle partite del campionato.
This is why we luxury
Tiffany prosegue, dunque, il percorso tracciato da Abloh con Louis Vuitton che ha portato anche alla firma di un accordo pluriennale per produrre la custodia da viaggio per il Larry O’Brien Trophy. In altre parole, il trofeo assegnato alla squadra vincitrice dell’NBA. Ma c’è dell’altro. Per esempio, il contratto firmato nel 2021 con Canada Goose come partner ufficiale proprio per l’All Star Game.
L’amore fatale per l’NBA
Tutti questi accordi dimostrano un interesse sempre maggiore del lusso verso il mondo del basket professionistico, nel quale i giocatori sono diventati, in termini fashion, più sensibile dei loro predecessori. E, quindi, più virali come marketing influencer. Per esempio, il loro arrivo nei palazzetti prima delle partite e le conferenze stampa post gara sono ormai delle sfilate di moda. C’è poi il “fattore sneaker”: i brand (come Nike) sformano a ciclo continuo modelli che portano il nome dei giocatori più noti. Senza dimenticare quel che oggi è diventato Air Jordan, il marchio legato a Micheal Jordan, e la recente significativa nomina di James Harden. Il giocatore, da poco passato ai Sixers di Philadelphia, infatti, fa parte del CdA di Saks Fifth Avenue, una delle insegne più importanti per il lusso negli USA. (mv)
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