L’affare si è chiuso a 131,5 dollari per azione: che, tradotto, significa uno sconto da oltre 400 milioni. C’è stata la stretta di mano tra Bernard Arnault, presidente e CEO di LVMH, e Roger N. Farah, presidente del board di Tiffany. La Corte del Delaware non si dovrà più pronunciare sulla causa tra le parti. Il brand USA della gioielleria passa per 15,8 miliardi di dollari al gruppo francese. Questo, in virtù del nuovo accordo, risparmia circa 420-430 milioni di dollari sulla cifra pattuita ormai un anno fa. Aveva ragione il mercato che credeva in un nuovo accordo.
Sconto da oltre 400 milioni
Torna il sereno nei quartier generali di LVMH e Tiffany dopo due mesi infuocati. Quando l’affare sembrava saltato, le parti si sono reciprocamente accusate di essere responsabili della fallito closing. L’intento di ognuna delle società era quella di prevalere nella causa pendente alla Corte del Delaware. Ma evidentemente hanno prevalso la diplomazia, il buon senso e, soprattutto, la volontà di evitare i rischi connessi ad una decisione del giudice. Stamattina è arrivato il comunicato stampa di LVMH che ufficializza il nuovo accordo a 131,5 dollari per azione.
Prezzo interessante
Per Farah si chiude a un prezzo interessante. “Il board ha concluso che è nell’interesse di tutti i nostri stakeholder ottenere la certezza della chiusura”, è il commento del presidente di Tiffany. Per Arnault è “un accordo equilibrato”. “Possiamo riprendere le discussioni con il management di Tiffany sui dettagli dell’integrazione – ha detto il numero uno di LVMH. Il comunicato si chiude così –: La fusione dovrebbe concludersi all’inizio del 2021, soggetta all’approvazione degli azionisti di Tiffany e alle consuete condizioni di chiusura”. (mv)
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