Il marchio Tod’s, la pelletteria e gli USA spingono il gruppo guidato dai fratelli Della Valle oltre i livelli prepandemici. Il primo trimestre dell’anno, infatti, ha regalato soddisfazioni, nonostante un marzo frenato dalla politica zero Covid in Cina. A risentirne maggiormente è stato Roger Vivier, il marchio che aveva brillato più degli altri nell’ultimo periodo. “L’obiettivo che ci siamo posti è quello di concentrarci sul massimo valore patrimoniale che possiamo dare ai singoli marchi e, quindi, al Gruppo Tod’s. Per ottenere questo faremo tutto quello che è necessario” dice Diego Della Valle (a sinistra nella foto Imagoeconomica). Tod’s, dunque, torna al passato e va oltre anche le previsioni di alcuni analisti finanziari.
Tod’s torna al passato
“Il mese di marzo – sottolinea Della Valle – ha risentito del rallentamento che ha registrato il settore lusso nel mercato cinese”. Anche se, in generale, i ricavi dei negozi “nel trimestre sono stati superiori a doppia cifra rispetto al primo trimestre 2019”. Ciò testimonia l’andamento non omogeneo del gruppo nel periodo gennaio-marzo 2022. Il brand migliore è stato Tod’s, le cui entrate, a cambi costanti, sono salite del 33% rispetto al 2021. Un bel segnale, visto che il brand rappresenta circa la metà dei ricavi del gruppo marchigiano.
La Cina frena Vivier
Se Tod’s vola, Roger Vivier (foto a destra) frena: il suo fatturato è cresciuto “solo” del 4%, molto meno di quanto aveva realizzato nelle ultime trimestrali. La griffe, del resto, è molto esposta sul mercato cinese e il suo mese di marzo è stato deficitario a causa della chiusura dei negozi per pandemia. Bene Hogan (+15%) e Fay (+20%).
Pelletteria vincente
Sensibili differenze anche a livello di prodotto. L’incasso della pelletteria è salito del 60%. Quello della calzatura, che genera quasi l’80% dei ricavi complessivi, è cresciuto del 14%. Agli antipodi anche i risultati a livello geografico: Americhe +59% e Cina +2%. Complessivamente, nei primi tre mesi 2022, il fatturato consolidato del Gruppo Tod’s si è attestato a 219,6 milioni di euro. In altre parole: +20% a cambi costanti sul 2021, in crescita sui 216,4 milioni dell’analogo periodo del 2019 e superiore alle aspettative di Banca Akros, ferme a 212 milioni di euro. (mv)
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