La potremmo raccontare così: la storia di un trauma e (a lustri di distanza) di una riconciliazione. Perché Tom Ford non ci gira intorno: per lui lasciare Gucci nel 2004 è stata una enorme delusione. Ora che lo stilista statunitense (nella foto, da Facebook, con Zendaya) ha compiuto 60 anni, può però anche raccontare di come si è riconciliato con la maison dalla doppia G. Lo scrive nella sua autobiografia (“Tom Ford – 002, Rizzoli International) e lo racconta a Il Corriere della Sera. Il merito va ad Alessandro Michele.
Come è stato lasciare Gucci
“La rottura con Gucci è stata molto traumatica e deprimente – ripercorre ora con il CorSera –: pensavo che sarei stato lì per il resto della mia vita”. Ford è entrato in Gucci nel 1990 e, mentre ne scalava le gerarchie, ha vissuto almeno tre vite della maison fiorentina: il rischio di fallimento, il transito in Investcorp, l’approdo in Kering. “Non c’era nulla prima di me, né sfilate, né collezioni – dice –. Ho fatto tutto io: ero molto fiero e sentivo aver dato molto di me”. Nel 2004 ha lasciato l’incarico di direttore creativo, nel quale l’ha sostituito Frida Giannini. Ma è solo dal 2015 che Tom Ford si è risentito in pace con Gucci.
Merito di Alessandro Michele
“Nel libro l’ho scritto: oggi chi mi sveglia tutte le mattine e mi dà pace è Alessandro Michele – confessa Tom Ford –. Adoro quello che fa e mi fa stare bene sapere che ha successo. L’ammirazione per lui mi ha in qualche modo distaccato da Gucci. È stata una sorta di terapia psicologica”. E la riedizione del suo iconico smoking di velluto rosso? “L’ho trovato il modo più sincero di farmi i complimenti – risponde –. L’ho amato subito”.
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