Tra Valentino e Gucci il minimo comun denominatore è Kering

Tra Valentino e Gucci il minimo comun denominatore è Kering

C’è un minimo comun denominatore nei momenti tribolati di Valentino e Gucci. Prima Sabato De Sarno ha salutato Valentino, dove era nel team di Pierpaolo Piccioli, per assumere la direzione creativa di Gucci. Ora i rumors dicono che Alessandro Michele, grande ex del marchio dalla doppia G, sarebbe il principale candidato per sostituire Piccioli. Tutto, insomma, tra aziende controllate in orbita Kering. Il mercato, intanto, sta discutendo anche dei rispettivi CEO: ci sono perplessità sulle posizioni sia di Jacopo Venturini (Valentino) che di Jean-François Palus (da poco in Gucci). È un periodo frenetico per il settore, come ci testimoniano l’uscita di Walter Chiapponi da Blumarine dopo solo 5 mesi. E il ritiro di Dries Van Noten da direttore creativo del marchio che porta il suo nome. Tanto frenetico che anche De Sarno pare già in bilico.

Gli intrecci tra Valentino e Gucci

Sulla base di fonti di mercato WWD scrive che Alessandro Michele starebbe negoziando un contratto con Valentino. Ci sono alcuni elementi che supporterebbero l’indiscrezione. Da Valentino Michele disegnerebbe anche collezioni couture, potrebbe far affidamento su un abile gruppo di artigiani capace di realizzare le sue creazioni, avrebbe meno pressioni rispetto a Gucci e un grande potenziale di crescita. E, non per ultimo, l’incarico di Valentino gli permetterebbe di restare a Roma. Lo stilista ritroverebbe poi Jacopo Venturini con cui ha lavorato insieme da Gucci. Ma lo stesso Venturini, CEO di Valentino dal maggio 2020, potrebbe essere in discussione.

 

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E Piccioli?

E Pierpaolo Piccioli? Potrebbe prendere il posto di Demna da Balenciaga (non a caso, ancora un brand Kering) o ricoprire la poltrona vacante da Givenchy (che è di LVMH). I rumors vogliono riportare in Italia, e a Roma, Maria Grazia Chiuri per un posto da Valentino o da Fendi. In questo bailamme è finito anche Sabato De Sarno, seppur incolpevole del tonfo di Gucci. “È necessaria una soluzione drastica”, afferma a Business of Fashion l’analista di RBC Piral Dadhania, che suggerisce alla griffe di eliminare in fretta i vecchi prodotti dai negozi per far spazio a quelli di De Sarno. Sul banco degli imputati finisce anche l’amministratore delegato: “Nonostante l’insistenza di Kering sul fatto che Jean-François Palus sia il giusto CEO per Gucci, il mercato non è d’accordo” prosegue la stessa analista. Luca Solca di Bernstein è più prudente. E a La Conceria scrive: “Non penso sia questo il momento di cambiare rotta. Certo, Kering si è impegnata su molti fronti, e Gucci deve riprendere a funzionare”. (mv)

In foto a sinistra François-Henri Pinault, CEO di Kering, e a destra Alessandro Michele (entrambe da Shutterstock); al centro dal profilo Instagram di Gucci

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