Le conseguenze di eventuali dazi USA sulla moda europea. Limitatissimi sul lusso, che però verrebbe colpito indirettamente da minori vendite in Cina. Con i consumatori americani pronti a fare acquisti all’estero. L’impatto dei dazi sarebbe significativo sui segmenti della moda inferiori al lusso. Ecco le opinioni di analisti e imprenditori.
Impatto limitato sul lusso
I possibili dazi Trump sulla moda occidentale aggiungono un ulteriore componente di incertezza ad uno scenario molto poco definito. Generare incertezza sarebbe un obiettivo del neo presidente USA. Gli analisti Guia Ricci e Filippo Bianchi di BCG-Boston Consulting Group affermano a Il Sole 24 Ore che “sul mercato del lusso non ci sarà un impatto: i consumatori al top della piramide sono inelastici ai prezzi. Mentre sul fashion, l’incidenza dell’aumento del prezzo potrebbe essere maggiore e condizionare i consumi”. Ma il lusso potrebbe essere danneggiato in maniera indiretta in quanto “i dazi potrebbero rallentare ulteriormente la crescita dell’economia cinese e pesare sui consumi del lusso”. Claudia D’Arpizio di Bain&Co teme l’avvio di “una spirale inflattiva”. Secondo la stessa analista, per sfuggire ad un aumento dei prezzi nei negozi locali, “gli americani potrebbero aumentare gli acquisti all’estero”.
I commenti degli addetti ai lavori
È d’accordo la presidente di Confindustria Accessori Moda e di Assocalzaturifici Giovanna Ceolini: “Forse il nostro mercato delle calzature di lusso andrà bene perché il prezzo non è un problema. Ma dobbiamo avere più possibilità di vendere le scarpe italiane al giusto prezzo negli USA”. Secondo la stessa imprenditrice i dazi “potrebbero rappresentare un altro duro colpo per gli accessori moda italiani”. Questo perché i dazi causerebbero un aumento dei prezzi e questo finirebbe per scoraggiare gli acquisti. “Sono confuso, i dazi non convengono a nessuno, nemmeno agli USA” afferma Matteo Marzotto, presidente di MinervaHub. “Per i ricchi l’impatto è relativo. Penso invece possano pesare di più alla componentistica”.
Uno spauracchio?
Il CEO di Altofare Group Davide Aicardi si dice più preoccupato per la corsa dell’oro che per i dazi. Mentre per Paolo Cardelli di Ripani Italiana Pelletterie “i dazi sono per ora uno spauracchio”. Molti analisti hanno infatti notato che i dazi realmente applicati sono di gran lunga inferiori alle minacce espresse da Trump in campagna elettorale e nei primi giorni del suo mandato. “Credo che tutti stiano ancora cercando di non pensarci”, avverte Salina Ferretti di Falc ed ex vice presidente di Assocalzaturifici. Al Sourcing Journal, l’imprenditrice afferma che “abbiamo bisogno di maggiore chiarezza su ciò che questi potenziali dazi significano per noi in futuro”. (mv)
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