È scomparso sabato a Milano, all’età di 84 anni, Guido Matelli (nella foto), fondatore della società di intermediazione delle pelli che ne portava il nome, ora diventata Matelli srl e amministrata dal figlio Francesco. La notizia è stata data, per volere del defunto, a esequie avvenute.
Nato il 13 luglio 1929 a Bollate (Milano), Matelli perse il padre in guerra e dovette perciò iniziare a lavorare in giovane età, a soli 13 anni, per contribuire al sostegno di una famiglia numerosa, ben 13 tra fratelli e sorelle. Dopo alcune esperienze di lavoro in altri ambiti, il fratello Tino, socio in un’azienda di raccolta delle pelli, lo chiamò e gli affidò la mansione di ricevitore e selezionatore di grezzo nazionale. In seguito avviò rapporti con macelli esteri e fu tra i primi a sondare mercati lontani, su richiesta delle concerie specializzate nella qualità. Negli anni ’60 aprì la pista scandinava per reperire vitelli di alta qualità destinati alle concerie per calzatura, in particolare la Rip Baltimora di Arturo Biressi, cui Matelli era legato da un rapporto di stima e amicizia, oltreché professionale. All’inizio degli anni ’70 entrò come socio alla Fratelli Lari di Reggio Emilia, che lo chiamò affidandogli l’incarico di amministratore delegato in un periodo di importante cambiamento societario, e vi rimase fino al 1976, quando riprese a fare il mediatore in proprio e aprì la società Guido Matelli & C sas, con sede a Milano. A partire dal 1983 fu affiancato dal figlio Francesco, cui il padre lasciò sette anni dopo la responsabilità amministrativa gestionale, limitandosi a un breve periodo di consulenza per poi ritirarsi. Guido Matelli è ricordato come uno dei pionieri dell’outsourcing di pelli grezze, dotato di conoscenza tecnica del prodotto, capacità di selezione e apertura al contatto diretto con i produttori, che privilegiò rispetto ai commercianti/salatori, favorendo un graduale avvicinamento delle relazioni tra conceria e macello nel momento in cui entrambe le strutture stavano acquisendo forza e necessità organizzative nuove. Fu tra i primi ad auspicare la nascita di un gruppo di acquisto tra concerie vicentine, poi svanito, che avrebbe conferito loro quella massa critica in grado di acquisire più forza durante le trattative. Sarà ricordato come un operatore particolarmente attento alle necessità e ai problemi dei clienti, in periodi caratterizzati spesso da contrasti tra detentori e compratori di materia prima. Lascia la moglie Clelia, i figli Elisabetta, Francesco e Clara. I funerali sono stati celebrati martedì 19 febbraio a Milano.