A gennaio e febbraio 2023 il ritmo delle macellazioni in Argentina conosce un’impennata. Con 2,24 milioni complessivi di bovini processati, il settore segna il +9,7% su base annua. Scorrendo i dati di CICCRA, l’associazione della zootecnia di Buenos Aires, si apprende che è a febbraio che si è impressa la maggior accelerazione: tenendo conto dei giorni lavorativi, con il milione di capi conferiti la produttività è cresciuta del 5,3% rispetto a gennaio.
I risultati a gennaio e febbraio
La zootecnia argentina viene già da un 2022 di grande produttività. Pure eccessiva, a leggere la stampa locale. Perché i ritmi di macellazione più che alla domanda di mercato hanno guardato alle necessità degli allevatori, angustiati da un clima infelice che rende onerosa la gestione del patrimonio bovino. Il trend non sembra essere cambiato. La percentuale di femmine sul totale delle macellazioni è del 45,5% (quasi 477.000 capi, +2,6% su base annua). Vuol dire, segnalano da CICCRA, che per il terzo mese consecutivo le macellazioni di femmine è leggermente più alto del limite superiore dell’intervallo compatibile con la sostenibilità degli allevamenti bovini. Dai ritmi sostenuti della zootecnia scaturiscono anche tensioni con la filiera della pelle. I depositi dei macelli sono pieni di pelli grezze non trovano sbocco sul mercato domestico. L’industria della carne chiede quindi la rimozione del dazio sull’export, che invece le concerie e le imprese manifatturiere si vogliono tenere stretto.
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