Argentina: anche la scarpa vuole lo stop all’export di pelle

Argentina: anche la scarpa vuole lo stop all’export di pelle

In Argentina anche la scarpa vuole lo stop all’export di pelle. Dopo l’allarme del sindacato FATICA sulla quantità di merce sul mercato domestico e i suoi prezzi, ora a chiamare in causa il governo sono i calzaturifici locali. Alcuni produttori lamentano che la carenza di materia prima sul mercato determinerà un aumento dei prezzi. Il problema nascerebbe dall’apertura all’export di pelli da parte del governo nel corso del 2020. Quindi: meglio richiudere le frontiere.

Anche la scarpa vuole lo stop

Nei giorni scorsi il sindacato FATICA ha lamentato problemi nel reperire la merce sul mercato domestico e prezzi elevati. Ora a segnalare gli stessi problemi sono i calzaturieri. Come riporta baenegocios.com, alcuni di essi denunciano la difficoltà nel reperire la pelle sul mercato e, quando la trovano, che il suo prezzo è molto elevato. Ciò influenzerà la produzione industriale, nonostante le previsioni la diano in crescita del 10% nel 2021.

 

 

Il nodo

Secondo i calzaturieri la causa di tali problemi risiederebbe nella decisione da parte del governo argentino di consentire l’export di pelli grezze senza dazi. Una decisione che il Ministero della Sviluppo Produttivo ha assunto nel 2020 per agevolare l’attività delle concerie a livello internazionale. Il rischio, infatti, era che si ritrovassero con i magazzini pieni di pelli. Ora, però, i calzaturifici lamentano quasi il problema opposto a livello nazionale. In altre parole, la carenza di pelli e l’aumento dei costi. “Non abbiamo né pelle né prezzo – attaccano i calzaturieri -. Chiedete 1.000 pelli e loro ve ne danno 10″. Le calzature in pelle rappresentano circa il 30% della produzione totale a livello nazionale.

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