Il governo argentino impone lo stop all’export di carne per un mese. Di fronte all’aumento dei prezzi sul mercato interno, Buenos Aires corre ai ripari. E la filiera della pelle, racconta la stampa locale, è pronta a chiedere la stessa misura per la materia prima conciaria.
Stop all’export di carne
Dalla Casa Rosada fanno sapere in una nota che “in conseguenza al sostenuto aumento del prezzo della carne bovina sul mercato interno, il governo ha deciso di attuare una serie di misure volte a regolamentare il settore, limitare le pratiche speculative ed evitare l’evasione fiscale nel commercio estero”. L’interruzione dell’export potrebbe avere ripercussioni sul commercio mondiale. L’Argentina è infatti il quarto esportatore al mondo di carne bovina con 819.000 tonnellate prodotte nel 2020. Nell’anno le vendite all’estero sono scese del 16,5% rispetto al 2019. I principali mercati sono Cina, Germania e Israele.
La preoccupazione del presidente
Il presidente argentino Alberto Fernández, come riporta nacion.com, si è detto “molto preoccupato per gli aumenti di prezzo. Sono inspiegabili – continua -. Sono venuto deciso ad affrontare questo problema. Sinceramente non c’è motivo, se non l’aumento dei consumi, per spiegare gli aumenti visti tra marzo e aprile”.
La pelle ci prova
La filiera della pelle è già da tempo in subbuglio. E potrebbe approfittare del momento politico propizio per tornare alla carica. Stando a quanto riporta il magazine BAE Negocios, gli imprenditori argentini lamentano di pagare molto di più la materia prima nazionale. Da quando il Governo ha abbassato il dazio all’export, assecondando così le richieste dei gruppi della carne, l’80% della disponibilità di pelli grezze finisce sui mercati esteri. La situazione mette in difficoltà le concerie e i produttori di articoli finiti. Per questo chiedono il ripristino della tariffa pre-pandemica. (art/rp)
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