I raccoglitori di pelli del Bangladesh sono in tensione. S’avvicina l’Eid-ul-Azha (Festa del Sacrificio), ricorrenza religiosa e di business, perché occasione per la macellazione in pochi giorni di centinaia di migliaia di capi di bestiame. Ma c’è sentore che le concerie di Dhaka trasformeranno l’appuntamento in una guerra di prezzi. I traders da un lato devono sottostare al mandato del Governo, che ha fissato il costo della pelle salata a 1.000 taka (poco meno di 8 euro al cambio attuale). Ma dall’altro tratteranno con le aziende conciarie, interessate a tirare al ribasso.
Lo scenario
Certo, la trattativa è il cuore del commercio. Ma lo scenario, lamentano i trader con la stampa locale, rischia di mandarli gambe all’aria. La Festa del Sacrificio (per il 2024 in programma dal 15 al 19 giugno) è l’occasione per raccogliere fino a 400.000 pelli. In questo senso, rivendica l’associazione di categoria di Chattogram, i trader svolgono anche una funzione pubblica. Il problema viene dopo. Perché il Governo, che fissa la soglia dei 1.000 taka, non offre agli operatori commerciali schemi di sostegno per l’accesso al credito a interessi calmierati. Mentre le banche, in un momento finanziario turbolento, non aprono i cordoni. I trader, dunque, sono chiamati a rischiare capitale proprio per l’acquisto della materia prima senza garanzia di venderla a prezzi adeguati. Per questo il timore degli operatori commerciali è che la guerra di prezzi si trasformi in cannibalismo di filiera.
Foto d’archivio Shutterstock
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