L’export statunitense di pelli grezze e semilavorate nel 2017 è cresciuto del 2% su base annua, per un giro d’affari di 2,1 miliardi di dollari. Nel dettaglio, le pelli salate rappresentano una quota d’affari di 1,5 miliardi di dollari, crescendo del +6% rispetto al 2016, mentre il fatturato estero delle wet-blue (oltre 560 milioni di dollari) è calato del 7%. Lo riportano i dati elaborati da USHSLA (l’associazione dei trader statunitensi): mentre le macellazioni nel Paese sono aumentate del 5% su base annua, il 90% della materia prima raccolta è destinata all’export. Commentando i risultati, il presidente USHSLA Stephen Sothmann si dice preoccupato “per la lentezza globale della domanda di pelle finita”, mentre, in riferimento al dibattito pubblico scatenato dalla presidenza Trump (mai citata espressamente), afferma: “La retorica politica che circonda il commercio internazionale – sono le sue parole riprese da leatherbiz – non ci piace. Speriamo che qualsiasi revisione dei trattati già in essere non danneggi la nostra competitività”.
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