Le macellazioni calano, mentre l’export di pelli e calzature è in aumento. La filiera brasiliana chiude marzo con un andamento diversificato. Sull’attività dei macelli pesa il minor numero di bovini nei campi, l’incremento dei loro prezzi di vendita e il calo dei consumi. Conciatori e calzaturieri intravedono qualche segnale di speranza grazie agli acquisti dei mercati internazionali. Nel secondo caso, però, l’aumento delle vendite in termini di volume non ha trovato corrispondenza per valore a causa della debolezza della moneta locale.
Le macellazioni calano
Come riferisce a campograndenews.com.br Assocarnes, “la macellazione per le aziende che non esportano ha subito una diminuzione fino al 60%“. Il problema risiederebbe nella carenza di bestiame nei campi, nell’aumento dei loro prezzi e nella riduzione del potere d’acquisto dei brasiliani. “Anche i grandi che esportano hanno visto un calo del 10%“. Nel 2020 nel solo Mato Grosso do Sul, i macelli hanno lavorato il 13,9% di capi in meno rispetto all’anno precedente. Secondo valor.globo.com, che cita i dati di uno studio di CEPEA (Center for Advanced Studies in Applied Economics), l’aumento dei prezzi degli animali vivi è salito del 60% nel 2020 ma i macelli non hanno saputo trasferire del tutto l’incremento sul prodotto finito. Per questo stanno lavorando con margini inferiori al 3%.
I conciatori sorridono
Migliore la situazione di pelli e calzature. Secondo i dati diffusi da SECEX (Secretariat of Foreign Trade), a marzo il fatturato estero delle concerie ammonta a 111,9 milioni di dollari, in aumento del 15,4% rispetto al 2020 quando ne vendettero per 97 milioni. L’incremento emerge anche rispetto al mese di febbraio, attestandosi in questo caso su +2,2%. L’Italia, dopo la Cina, resta la principale destinazione con 58,1 milioni di dollari di pelli acquistate nel trimestre, il 18,2% in più rispetto al primo trimestre 2020. Incremento del 18,6% anche in termini di volumi.
Calzaturieri con l’amaro in bocca
I dati elaborati da Abicalçados segnalano una ripresa delle esportazioni di calzature. A marzo i produttori brasiliani hanno spedito 12,3 milioni di scarpe incassando 70,84 milioni di dollari. Tutto ciò rappresenta un incremento del 38,5% in termini di volumi, ma una contrazione del 4,5% dei ricavi rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Su febbraio l’aumento in termini di volume è del 23,3% e in valore del 15%. Nel trimestre, le esportazioni hanno totalizzato 32 milioni di paia, per i quali sono stati pagati 193,36 milioni di dollari (+0,1% in volume e -19,6% in valore). “Le discrepanze tra percentuali di volume e ricavi sono dovute all’apprezzamento del dollaro nei confronti della valuta brasiliana, che consente la formazione di prezzi più interessanti nel mercato internazionale”, spiega l’associazione. (art)
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