Poco meno di 3 miliardi di euro. Ovvero, 10,3 miliardi di real da pagare, a partire dal prossimo dicembre, in 25 anni. A tanto ammonta il patteggiamento concordato da J&F, la finanziaria dei fratelli Batista, per risolvere la propria posizione nell’ambito dello scandalo giudiziario che ha travolto il Paese. Secondo la Procura, è il patteggiamento più alto mai siglato al mondo. Ma non finiscono qui i problemi per il colosso brasiliano della carne. Ci sarebbero sommovimenti nella sua filiera. I distributori starebbero sollecitando le aziende concorrenti di JBS perché aumentino la produzione, mentre c’è sentore che i fornitori stiano studiando come interrompere i contratti che li legano alla multinazionale dei dimissionari fratelli Batista senza controversie legali. Questo, spiega un’analisi del quotidiano economico Diàrio Comércio Indùstria & Serviços, perché la filiera si sta orientando in modo da assorbire le trasformazioni dei consumi che il pubblico brasiliano potrebbe assumere in seguito alla campagna di boicottaggio lanciata contro JBS. La produzione di carne del Paese sudamericano, va ricordato, è orientata secondo i dati ABIEC (l’associazione degli esportatori) all’80% al mercato domestico. Per JBS i problemi non si porrebbero solo nella filiera nazionale, ma anche nei rapporti internazionali. Ancora secondo la stampa brasiliana, già importanti clienti delle società della holding (come i francesi Carrefour e Casino Group, o gli statunitensi di Walmart) hanno chiesto chiarimenti: i loro codici etici non permettono relazioni con aziende impelagate in questioni giudiziarie. L’associazione dell’agro-industria argentina, intanto, chiede che il Governo di Buenos Aires faccia luce su eventuali irregolarità nelle acquisizioni che JBS ha condotto nel Paese.
TRENDING