Colpi bassi, minacce di querela, crolli in Borsa. Lo scontro tra la famiglia Batista, azionista di maggioranza tramite la finanziaria J&F della multinazionale della carne JBS, e la banca governativa BNDES, capofila del pubblico di soci di minoranza sul piede di guerra per le ripercussioni dello scandalo Lava Jato sulle attività della holding, si arricchisce di nuovi capitoli. Dopo le misure cautelari spiccate contro i fratelli Joesley e Wesley Batista, il board di JBS ha nominato il patriarca José Batista Sobrinho. Paulo Rabello de Castro, presidente di BNDES, ha definito la mossa “tortuosa” (il termine, come riportato dalla stampa internazionale, è traducibile anche come “diavoleria”). Adesso JBS sarebbe pronta a citare in giudizio BNDES, soggetto che detiene una quota di circa il 20% di azioni dello stesso gruppo, perché con la sortita del suo presidente avrebbe danneggiato la holding. Mentre le due parti incrociano le armi, nel solo giorno del 18 settembre il titolo di JBS al listino di San Paolo ha perso il 3,95% del valore, mandando in fumo circa 300 milioni di dollari di capitalizzazioni.
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