La carne brasiliana sulla cresta dell’onda: le macellazioni corrono e ora si aprono nuove prospettive negli USA. Due notizie diffuse negli ultimi giorni hanno portato il sorriso sul volto degli operatori brasiliani. La prima è legata ai risultati ufficiali sulla macellazione nel 2019 diffusi dall’Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística. Un anno estremamente positivo, nonostante gli ultimi tre mesi di sofferenza. La seconda arriva dagli Stati Uniti. Nei giorni scorsi infatti il governo Trump ha riaperto le frontiere alla carne fresca proveniente dal Brasile: termina uno stop durato oltre due anni.
Nel 2019 le macellazioni corrono
Secondo l’Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística nel 2019 i macelli brasiliani hanno lavorato 32,4 milioni di capi. Si tratta del numero più alto dal 2014 ad oggi. Sei anni fa le aziende brasiliane di trattamento della carne avevano lavorato 33,9 milioni di capi. L’agenzia governativa ha sottolineato che i risultati della macellazione siano arrivati nonostante un quarto trimestre molto più lento del solito. Tra ottobre e dicembre i macelli brasiliani hanno infatti lavorato poco più di 8 milioni di capi. Vale a dire il 5,4% in meno rispetto al trimestre precedente. E l’1,8% in meno rispetto al quarto trimestre 2018.
Tornano gli Stati Uniti
Altra notizia positiva per i macelli brasiliani arriva dall’America del Nord. Il ministro per l’Agricoltura Tereza Cristina ha annunciato che gli Stati Uniti hanno riaperto le frontiere alla carne fresca dal Brasile. Si tratta di una notizia che gli operatori sudamericani attendevano da oltre 2 anni. Nel 2017 gli Stati Uniti avevano interrotto le importazioni di carne fresca dal Brasile dopo che alcune spedizioni non avevano superato i controlli sanitari. In particolare i problemi riguardavano il rischio di diffusione dell’afta epizootica. Secondo i media sudamericani la riapertura riguarderà i prodotti confezionati da 21 macelli del Brasile. Tra questi vi sono i colossi JBS e Marfrig. (art)
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