Nel primo trimestre del 2018 l’export brasiliano di carne bovina ha toccato le 390.000 tonnellate di prodotto, segnando una progressione del 19% su base annua. Lo sostengono le elaborazioni dell’associazione Abrafrigo sui dati del Ministero dello Sviluppo Economico (MDIC). A trainare la crescita dell’export è stata la Cina, la cui quota è passata dal 35% del 2017 al 46,1% dell’anno in corso. Mentre sono calati gli acquisti di Stati Uniti ed Europa, sono cresciuti quelli di Egitto e Cile. Lo sviluppo dell’export, commentano i vertici Abrafrigo con una nota, permette alla filiera di compensare i problemi sul mercato domestico, ancora scosso dalle ripercussioni dello scandalo Lava Jato. La zootecnia brasiliana, intanto, rischia la beffa. Dopo aver celebrato il successo del piano governativo per l’eradicazione dell’aftosa bovina, dalla stampa locale rimbalza la notizia del blocco di una partita di 15 bovini (già macellati), importati dal Venezuela e poi risultati contaminati. Un potenziale focolaio di infezione.
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