Ultima notizia in arrivo dal Brasile: il patrimonio bovino nazionale ha raggiunto un picco senza precedenti. IBGE, l’ufficio statistico nazionale, comunica, infatti, che i capi bovini “residenti” negli allevamenti brasiliani nel 2015 sono arrivati oltre quota 215,2 milioni: +1,3% rispetto al 2014 e quota del 22,5% sul totale mondiale. Un patrimonio che, però, ha perso valore al punto che gli allevatori hanno drasticamente ridotto i conferimenti al macello. Secondo fonti locali, attualmente il calo di produzione brasiliano oscilla attorno al -20%, con operatori costretti a ridurre i tempi dei cicli di lavoro degli impianti (come Minerva) o giganti del calibro di JBS che riscontrano macellazioni in diminuzione strutturale superiore al 10%. Trend opposto in Europa, dove Bruxelles comunica che <nel 2016 la produzione di carne nei 28 Paesi membri dell’Unione Europea aumenterà del 3,3%, seguendo la crescita del 3,2% raggiunta nei primi sei mesi dell’anno>. Un buon segnale in funzione di una maggior disponibilità di pelli e una crescita dovuto al fatto che mantenere una vacca da latte, oggi, è un costo eccessivo, dato il crollo dei prezzi della filiera lattierocasearia. Meglio macellarle, andando a soddisfare la domanda di carne in arrivo dai Paesi extraUE.
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