Emergenza in fase di rientro. Dopo l’annuncio da parte delle autorità brasiliane dell’individuazione di due casi di BSE “atipica”, il Paese sudamericano aveva bloccato le esportazioni di carne bovina verso la Cina. Poche ore dopo l’Arabia Saudita ha annunciato, a sua volta, lo stop parziale. Un blocco, però, durato pochi giorni. Resta, invece, ancora in vigore quello più importante, vale a dire quello di Pechino. In altre parole, il principale acquirente al mondo di carne brasiliana.
Emergenza in fase di rientro
Giovedì 16 settembre, poche ore dopo l’annuncio da parte del governo brasiliano del blocco delle esportazioni di vendita di carne bovina verso la Cina per 2 casi di BSE “atipica”, l’Arabia Saudita ha comunicato uno stop (quasi) simile. Mentre nel caso di Pechino la decisione deriva da un accordo tra i due Paesi e scatta in automatico, per i sauditi la decisione è stata unidirezionale: stop all’import di carne bovina brasiliana. In particolare, stop alla carne proveniente da 5 macelli del Mato Grosso. Tuttavia, ieri (19 settembre) il Ministero dell’Agricoltura brasiliano, come riporta Reuters, ha riferito che l’Arabia ha revocato il divieto.
Il limbo cinese
Restano invece ancora nel limbo gli affari con la Cina. Sempre secondo Reuters, i produttori brasiliani avrebbero continuato a spedire la carne nonostante il divieto. Probabilmente con l’auspicio che lo stop rientrasse in breve tempo. La Cina è, infatti, il maggiore importatore di carne dal Brasile, pesando per il 40% su tutta quella che lo Stato sudamericano vende all’estero. Tonnellate di carne sarebbero, quindi, bloccate in dogana. Lygia Pimentel, direttrice della società di consulenza Agrifatto, ha spiegato a Reuters che “se non si può sdoganare, penso che la maggior parte di quel carico tornerà indietro“. Le trattative tra i due Paesi, però, sarebbero in corso.
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