Un caso di mucca pazza del 2010 ha indotto la Cina a sospendere le importazioni di pelli grezze dl Brasile, primo produttore mondiale di carne bovina. L’associazione conciaria cinese (Clia, China Leather Industry Association) si è accodata alle decisioni di Beijing: “Le autorità governative hanno emesso un comunicato il 7 dicembre del 2012, imponendo alle dogane il blocco delle importazioni di bovini e prodotti derivati. Le importazioni di pelli grezze sono vietate, poiché Cina e Brasile non hanno firmato un accordo di reciprocità sulle importazioni”.
Clia spera che assieme alla controparte brasiliana Cicb (Centro das Indústrias de Curtumes do Brasil, ovvero l’associazione conciaria) possa convincere i due governi ad affrettarsi per la firma del trattato. “Wet-Blue, pelli semiterminate e finite non sono incluse e possono entrare in Cina senza limitazioni” conclude l’associazione. La decisione è irrilevante per il business conciario cinese, poichè il grezzo rappresenta una quota minoritaria delle importazioni, prevalentemente in wet blue.
La decisione cinese segue quelle sudafricana e giapponese al blocco delle importazioni di carni, mentre il governo di Brasilia ha lanciato una controffensiva diplomatica per specificare i dettagli del caso. Nessuno dei paesi coinvolti è un significativo importatore di bovini brasiliani, posizione che appartiene alla Russia, che di par suo non ha assunto iniziative.
I fatti risalgono al 2010. All’epoca un capo risultò positivo al test del prione, la proteina modificata sintomo della malattia, anche se il capo morì per altre cause e non sviluppò l’encefalopatia spongiforme bovina. L’organizzazione mondiale per la salute degli animali confermò la positività del test. Le autorità brasiliane sottolineano che le carni dell’animale non furono mai vendute e ricordano inoltre che spontanee mutazioni genetiche sono sempre possibili in capi in avanzato invecchiamento. (p.t.)