Ci sono circa due milioni di pelli che potrebbero trovare più felice allocazione sui mercati internazionali, ma che sono condannate a non essere sfruttate a dovere per via dei veti all’export. Le cronache argentine riprese da The Sauer Report raccontano di un incontro a fine ottobre tra il presidente Mauricio Macri e gli esponenti dell’industria zootecnica nazionale dove il tema del protezionismo sulla materia prima conciaria, un sistema di dazi fino al 5% ad valorem su pelli grezze e wet blue introdotto negli anni ’90, è tornato alla ribalta. I rappresentanti dell’industria avrebbero posto due problemi. C’è una questione di margini, innanzitutto: i pellami sui mercati esteri si potrebbero vendere a prezzi più interessanti di quelli a cui sono piazzati sul mercato domestico. E poi ce n’è uno burocratico: malgrado nel 2015 il Governo abbia già approvato un parziale abbassamento dei dazi, le autorità doganali si ostinano ad applicare quelli precedenti la riforma.
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