I listini della materia prima Usa iniziano a scendere (http://mdplaconceria.blogspot.it/search/label/materia%20prima)? In questo momento pare siano gli unici al mondo. In Europa infatti la tendenza cedente è ancora lontana dal mettersi in moto. Qualche acquisto al ribasso s’è verificato soltanto sulle vacche di fascia media e mediobassa, ma sulle scelte superiori il mercato resta sotto pressione. Non ha pace il vitello francese, che, nonostante costasse già più che durante i periodi di isterismo collettivo dovuto a mucca pazza, non smette di aumentare. Le ultime rilevazioni lo danno (al macello industriale) in crescita di 20 centesimi per l’8/12 e il 12/+ per un costo di 7,40 euro al chilo. Fermo a 7,20 euro il 12/14. In tensione anche le vacche francesi (+5/10 centesimi), quelle scandinave (rare a causa di macellazioni molto basse) e le polacche (+10 centesimi). Altalenante la Germania, dove la tensione maggiore si riscontra sul toro del sud, destinazione carrozzeria, quotato 2,30 euro al chilo. E anche in Brasile i prezzi iniziano a lievitare. Dopo che la materia prima locale, favorita da un cambio favorevole, è diventata alternativa alle origini più costose, da due settimane i suoi listini continuano ad aumentare.
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