I macelli argentini lavorano, ma hanno i magazzini pieni di grezzo

I macelli argentini lavorano, ma hanno i magazzini pieni di grezzo

Buoni i dati complessivi sulla macellazione in Argentina. Ma alcuni macelli sono sull’orlo del disastro: quelli della provincia di Santa Fe hanno i magazzini pieni di grezzo. I dati del National Control Directorat Commercial Agricultural rilevano come nel 2022 la macellazione dei bovini sia aumentata del 18,4% su base annua, mentre la macellazione delle vacche è aumentata dell’11%. In particolare, a bilancio a dicembre 2022 vanno 1,22 milioni di capi bovini, un volume superiore del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2021.

I magazzini pieni di grezzo

Secondo l’analisi del portale Valor Agro, i primi dieci macelli d’Argentina hanno lavorato 3,84 milioni di capi nel 2022, pari al 28% del totale nazionale. Ma è proprio dai macelli, in particolare dalla provincia di Santa Fé, che sta emergendo un grave problema di carattere igienico-sanitario. Le concerie non ritirano le pelli grezze stoccate nei frigoriferi. La situazione, ricorda Sebastián Bendayán della Federación de Industrias Frigoríficas Regionales Argentinas (FIFRA), sussiste da dicembre 2022 e al momento riguarda una buona metà dei macelli. Le concerie argentine sono a loro volta gravate di stock e non possono acquistare nuove pelli. Che attualmente avrebbero a seconda della distanza tra macelli e concerie un prezzo di vendita compreso tra i 2 e i 3 pesos al chilo.

 

 

Questione ciclica

La questione si ripropone ciclicamente in Argentina, dove barriere doganali disincentivano fortemente l’export di pelle grezza. Nel 2020 i dazi furono sospesi per 60 giorni dal ministero dell’Agricoltura, ritenendo l’accumulo di pelli grezze un rischio per la salute e l’ambiente . Per il momento i macelli sostengono di poter salare e stoccare le pelli per quando il ritiro sarà regolarizzato. Ma questa soluzione tampone necessita di una risposta strutturale dal governo argentino. (aa)

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