I primi 5 mesi del 2021 sorridono alla pelle statunitense. I dati elaborati da LHCA mostrano una crescita dell’export di pelli fresche e salate sia in termini di volume che di valore. Nel primo caso la variazione del periodo gennaio-maggio è in miglioramento complessivo del 70% su base annua. Nel secondo registra una performance positiva del +48%. Positivo anche l’andamento delle vendite di wet blue (+20% per volume, +18% per valore). Locomotiva che trascina la domanda è il Messico. In questo contesto di ripresa, la stessa LHCA (Leather and Hide Council of America) rinnova la richiesta al governo di seppellire l’ascia di guerra con la Cina, sottoscrivendo una lettera insieme a un centinaio di altre associazioni.
I primi 5 mesi del 2021
La materia prima USA archivia un avvio d’anno molto positivo. I dati elaborati da LHCA, sigla che raccoglie conciatori e trader, dicono che da gennaio a maggio le aziende americane hanno esportato 12.988.934 pelli grezze. Vale a dire il 70% in più rispetto ai 7.621.929 del periodo gennaio-maggio 2020. La crescita in termini di valore è stata del 48%. Il principale cliente resta la Cina con oltre 7,5 milioni di pelli acquistate (+55%), mentre l’Italia cala del 48% con l’acquisto di 44.386 pelli. Erano 84.603 di un anno fa. A trainare la domanda è il Messico: +290% in termini di volume con poco più di 3 milioni di pelli acquistate.
Semilavorate
Positivo, anche se con incremento più contenuto, l’export di wet blue. Complessivamente gli Stati Uniti hanno venduto fuori dai propri confini 1.644.390 pelli semi-lavorate contro 1.373.680 di un anno fa (+20%). In termini di valore l’incremento è del 18%. Anche in questo caso la Cina è la destinazione principale della materia prima. L’Italia cala del 9% in volume con 363.015 pelli acquistate contro le 401.005 di gennaio-maggio 2020. In valore la flessione è dell’11%.
L’appello
In questo contesto di ripresa, LHCA rinnova la richiesta al governo di seppellire l’ascia di guerra con la Cina. Insieme a un centinaio di altre associazioni, LHCA scrive al presidente della Camera Nancy Pelosi e al leader della minoranza alla Camera Kevin McCarthy che le aziende “mentre si riprendono dalla pandemia”, continuano a chiedere “all’amministrazione di risolvere la guerra commerciale in corso con la Cina”. “Ad oggi, US Customs and Border Protection ha raccolto oltre 92 miliardi di dollari in dazi da società statunitensi che importano prodotti dalla Cina – si legge nella missiva –. Queste tasse aumentano il costo del business negli Stati Uniti e rischiano di esacerbare le crescenti preoccupazioni sull’inflazione”. (art)
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