Certo, guardando al dettaglio delle performance dei singoli Paesi si trova anche chi ha fatto bene. Ma attenendosi alla media dei 27 stati membri si conclude che il 2022 non è stato un grande anno per la carne rossa europea. Nel complesso si sono macellati 22,7 milioni di capi, vale a dire il -1,6% su base annua.
Prestazioni ambivalenti
Il 2022 non è stato un grande anno, dicevamo. Certamente non per Francia, Germania e Polonia, i primi tre Paesi comunitari produttori di carne rossa. Scorrendo i dati pubblicati da Leatherbiz, si apprende che la Francia con 4,25 milioni di conferimenti registra il -4,4% rispetto al 2021. Peggio ancora ha fatto la Germania, che con 3 milioni di bovini processati segna -8,4%. Mentre la Polonia (1,8 milioni di conferimenti) si attesta sul -4,1%. Nello stesso 2022 c’è chi è cresciuto. La Spagna, ad esempio, che con 2,6 milioni fa il +2%. O l’Irlanda, che con 1,9 milioni di macellazioni mette a bilancio un più tondo +6,6%. Sono in area positiva, malgrado con variazioni percentuali inferiori al +1%, anche l’Italia (2,8 milioni, +0,8%) e i Paesi Bassi (2,1 milioni, +0,7%).
Foto d’archivio
Leggi anche:
- Cina, le ottime proiezioni sull’import di carne rossa nel 2023
- I macelli argentini lavorano, ma hanno i magazzini pieni di grezzo
- Ci si aspetta che in Cina ripartano i mercati di pelle e carne