Il 2025 apre con macellazioni in calo nell’UE: -2,8%

Il 2025 apre con macellazioni in calo nell’UE: -2,8%

Il 2025 apre con macellazioni in calo nell’UE. Il settore della macellazione ha iniziato il nuovo anno con segnali complessivamente negativi. Come riporta ILM, Secondo gli ultimi dati il totale di capi macellati è diminuito del 2,8% rispetto all’anno precedente, con flessioni evidenti soprattutto nel segmento dei giovani bovini (vitelli). La stabilità relativa degli adulti (in calo solo dello 0,3%) bilancia solo in parte un quadro che evidenzia differenze significative tra i principali produttori europei. Gli unici col segno positivo sono Germania, Italia (solo nel segmento dei bovini adulti) e Polonia.

Macellazioni in calo nell’UE

Con circa 1,45 milioni di bovini adulti macellati a gennaio, il segmento registra una lieve diminuzione dello 0,3% rispetto a gennaio 2024. Tuttavia, la performance varia notevolmente tra i paesi principali: Germania e Italia segnano incrementi moderati (rispettivamente +1,7% e +1%), mentre Francia e Irlanda riportano cali (-1,6% e -1,2%). Contrasti ancora più marcati emergono in Spagna, dove le macellazioni sono diminuite dell’8,2%, e in Polonia, dove sono aumentate del 10,2%, riflettendo la diversità delle dinamiche di mercato all’interno del blocco UE.

 

 

Situazione critica altrove

La situazione è più critica nel segmento dei vitelli, dove quasi tutti i principali produttori europei riportano flessioni rispetto a gennaio 2024. Francia (-8,1%), Spagna (-6,4%), Italia (-8,8%) e Belgio (-11,8%) si confrontano con numeri in netto calo. Fa eccezione la Germania, che registra un rimbalzo del 4,8%. Ma il dato più significativo riguarda i Paesi Bassi, leader europeo nella macellazione di vitelli, dove il calo ha raggiunto un impressionante -19,5%, suscitando interrogativi sui fattori sottostanti, inclusa una possibile riduzione delle importazioni di animali vivi.

Cosa sta succedendo

Il 2024 si era distinto per una modesta ripresa nel settore della macellazione bovina, segnando un aumento del 2% rispetto all’anno precedente. Con 22,3 milioni di capi macellati, il blocco UE ha recuperato terreno dopo anni di difficoltà, inclusi il periodo della pandemia e la crisi della “mucca pazza”. Il risultato, però, potrebbe essere stato avallato dalla migliore situazione di mercato e dal crescente flusso di animali vivi importati da vicini europei come Stati baltici, Repubblica CecaSlovacchia o Ucraina (su cui però non si hanno dati ufficiali).

Foto Shutterstock

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