Ricavi netti pari a circa 8,9 miliardi di euro, cioè in crescita del 27,3%. Utile lordo stimato a 1,15 miliardi, in aumento del +24,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. EBITDA, infine, per oltre 600 milioni, valore superiore del +22,6% in confronto a un anno fa. A scorrere i risultati finanziari, si apprezza come il primo trimestre di JBS sia ok, anzi, più che ok. Nel pieno della baraonda del Coronavirus, la multinazionale della carne vanta una disponibilità per 3,7 miliardi di euro, “incluse le linee di credito già contrattate”. Ma gli effetti della pandemia si cominciano a scorgere.
Il primo trimestre di JBS
I riflessi, ad esempio, si notano nel dettaglio dei risultati di JBS Brasil, la società cui fa capo la divisione Couros, dedicata alle attività conciarie. La società, dicevamo, nel periodo fattura poco meno di 1,3 miliardi di euro, che è sì il +20,6% su base annua, ma rappresenta anche il -14,8% rispetto al periodo precedente, cioè l’ultimo trimestre del 2019. Il giro d’affari di JBS Brasil deriva al 60% dal mercato domestico, mentre per la restante parte dall’export. E qui si nota l’impatto della pandemia. Perché se in patria la vendita dei prodotti JBS è cresciuta sia in volume che in valore, sui mercati internazionali il calo del primo valore (-13,2%) è stato compensato solo dall’aumento medio dei prezzi (+27,3%), che ha consentito la crescita del fatturato estero del 10,6%.
Motivi di fiducia
“Viviamo una crisi senza precedenti che pone tutta la società, incluse quindi le aziende, di fronte a nuove sfide. Ciononostante, il nostro primo scopo rimane fornire alimenti alla popolazione nella sicurezza dei nostri collaboratori – commenta Gilberto Tomazoni, CEO Global di JBS –. Siamo concentrati per superare al meglio il frangente. Continuiamo a lavorare nelle nostre 400 unità in tutto il mondo. La nostra cultura, la nostra esperienza e la nostra presenza globale ci mettono in una condizione di vantaggio competitivo, sostenibile nel lungo periodo”.
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