Mentre i conciatori ricevono buone notizie, gli attori della zootecnia lottano per sopravvivere. Il governo indiano ha stabilito la riduzione del dazio sulle pelli di bufalo in fase di esportazione. Ma, intanto, i macelli del Karnataka perdono personale o addirittura chiudono dopo l’approvazione della legge che vieta la lavorazione della maggior parte dei bovini.
Il dazio sulle pelli di bufalo
Martedì primo febbraio il ministro delle Finanze Nirmala Sitharaman ha annunciato la riduzione dal 40% al 30% dell’imposta sull’export di pelli di bufalo. Bene, ma non abbastanza. Il vicepresidente dell’All India Meat & Livestock Exporters Association ha spiegato a Reuters che “è improbabile che le esportazioni aumentino”. Perché? “La riduzione dell’imposta non basta a renderci competitivi – continua -. Il governo dovrebbe rimuovere del tutto il dazio”. I principali mercati di pelle di bufalo, in particolare, sono la Thailandia, l’Indonesia, la Malesia e il Vietnam.
I macellatori lottano per sopravvivere
Nel 2021 il governo del Karnataka ha introdotto la legge di ispirazione induista che vieta la macellazione di buona parte dei bovini in base alla loro età. Tale legge comporta la riduzione drastica dei posti di lavoro nel settore, nonché la chiusura di molte attività- “Non so come faremo”, ha dichiarato l’imprenditore Shahid Qureshi a scroll.in. Il settore deve infatti tenere testa a due problemi insormontabili: da un lato la legge e, dall’altro, la pandemia. Dopo il Karnataka, anche i governi di Gujarat, Maharashtra, Delhi, Uttar Pradesh e Madhya Pradesh hanno introdotto provvedimenti simili, in molti casi senza vincoli di età. I ricercatori Sylvia Karpagam e Siddharth K Joshi in un rapporto di novembre 2021 sostengono che le disposizioni “distruggeranno irreversibilmente l’industria della carne in India e accelereranno il declino della popolazione di bovini autoctoni”. (art)
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