Kenya, protezionismo suicida: il grezzo marcisce, concerie in mano estera

I conciatori del Kenya contro il dazio sul grezzo

Rinnovare i dazi sull’export di pelli grezze penalizza la filiera nazionale. Ne sono convinti gli operatori kenioti, riuniti sabato scorso nel Congresso annuale.

Così è troppo
Al termine del meeting, il presidente dell’East Africa Hides and Skins, Karuri Ngige, ha espresso la propria perplessità sulla tassa all’80% fissata per le esportazioni. Come riporta kenyanews.go.ke, gli imprenditori si sono detti disponibili a discutere di un dazio ridotto del 20% e che sia imposto sul valore delle pelli esportate più che sul peso del grezzo, andando così a valorizzare l’intera filiera.

In mano agli stranieri
Le politiche assunte fino a questo momento, secondo Karuri, non hanno aiutato i produttori locali come era, invece, nelle intenzioni del governo, al punto che “le 14 concerie esistenti in tutto il Paese sono interamente di proprietà di commercianti stranieri, i quali hanno allontanato sempre più i commercianti locali dal mercato”.

Il grezzo marcisce
Sempre secondo il vertice della East Africa Hides and Skins, i dazi elevati avrebbero avuto finora un altro effetto negativo: quello di ostacolare la vendita all’estero di materia prima locale, costretta a competere con altri produttori, spesso rimasta così a marcire nei magazzini.

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