La Gran Bretagna è rimasta senza macellatori. Brexit sta determinando la carenza di manodopera sul mercato locale, che fino a pochi mesi fa contava in gran parte sull’apporto di immigrati europei. La conseguenza? Gli allevamenti non riescono a smaltire il patrimonio animale, che continua a crescere di numero. Una vera e propria crisi, che spinge gli imprenditori del settore a chiedere di intervenire in maniera urgente.
Brexit lascia la Gran Bretagna senza macellatori
Uno degli effetti collaterali di Brexit è la carenza di manodopera e, in alcuni casi, di personale qualificato. Molti lavori, soprattutto quelli più pesanti, venivano infatti svolti da immigrati del resto d’Europa. Questi ora, però, faticano ad accedere al Regno Unito. Tra loro anche gli addetti al macello. E così gli allevatori ora vivono un grosso problema: l’accumulo di animali nelle loro aziende. Sophie Hope, allevatrice di suini e pollame, dice a euronews.com che sta vivendo “un dramma”. “È motivo di notti insonni e giorni pieni di ansia – spiega -. Ci sono così tanti maiali nella nostra fattoria che non sappiamo più dove metterli“.
Una soluzione
Gli allevatori chiedono al governo un intervento urgente. Almeno nell’immediato. La richiesta è quella di concedere dei visti d’emergenza per questi lavoratori con competenze specifiche e difficilmente sostituibili. “Abbiamo bisogno di far entrare i macellatori negli impianti di lavorazione – dice ancora Hope – per poter smaltire il carico di bestiame”. Rischio nel rischio, quello per i consumatori di riuscire a reperire il bacon per la colazione. (art)
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