La carne brasiliana in svendita. Il rischio è concreto, alle soglie dell’holiday season, uno dei periodi più importanti per il commercio. La causa? L’embargo cinese. Lo stop agli acquisti di Pechino ha fatto seguito all’emersione di una manciata di casi di BSE nel Paese sudamericano. Lo stop doveva durare solo poche settimane, almeno secondo le previsioni degli operatori brasiliani. Ma è invece in vigore da 2 mesi. Una situazione che sta facendo crollare i prezzi dei tagli di carne.
La carne brasiliana in svendita
I macelli brasiliani sono pieni di carne invenduta. Lo riporta beefpoint.com.br, citando i dati Safras & Mercado. Dal 19 settembre ad oggi le aziende brasiliane di lavorazione della carne hanno accumulato 100.000 tonnellate di prodotto. “Se non viene immesso sul mercato interno – spiega Fernando Iglesias, analista di Safras & Mercado –, la tendenza è che i prezzi della carne bovina diminuiscano portando con sé anche quelli della carne di maiale e pollo”. Dieci giorni fa i prezzi erano già scesi di 40 reais (circa 6 euro) al chilo. Ora secondo Scot Consultancy il prezzo tra discese e rialzi è passato dai 305,50 reais (48,5 euro circa) al chilo del 3 novembre agli attuali 287,50 reais (45,8 euro).
Problema sottovalutato?
La causa della fatica di mercato è da ricondurre all’embargo imposto alla carne brasiliana dalla Cina. Sabato 4 settembre il ministero dell’Agricoltura di Brazilia ha comunicato il blocco della vendita di carne in Cina dopo due casi di Encefalopatia spongiforme bovina “atipica” in altrettanti stabilimenti. Lo stop rientra in un accordo sottoscritto dai due Stati, che prevede ora il passaggio della decisione su quando riprendere le importazioni a Pechino. Secondo gli esperti, la situazione avrebbe dovuto andare risolvendosi nel giro di qualche settimana, come accaduto in passato. Ma ora sono passati due mesi e le festività natalizie sono alle porte. La preoccupazione, dunque, è molto alta. (art)
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