La notizia rende la pelle USA felice a metà. Il ministero della Finanza di Pechino ha annunciato a due riprese l’abbassamento delle tariffe su prodotti conciari. Il primo pacchetto (effettivo dal 14 febbraio) coinvolge nel complesso beni da circa 75 miliardi annui di scambio commerciale. I dazi, a seconda dei casi, sono portati dal 10% al 5% o dal 5% al 2,5%. Il secondo, che entra in vigore dal 2 marzo, riguarda nel complesso oltre 700 prodotti. Tra questi, come riporta LHCA, l’associazione che rappresenta trader e conciatori statunitensi, c’è anche la maggior parte della materia prima conciaria bovina che gli States esportano in Cina.
Per la pelle USA un 2019 nero
La distensione comporta una gioia a metà, dicevamo. Perché intanto la stessa LHCA stila il bilancio del 2019 per la pelle a stelle e strisce. Bilancio che non si può definire positivo. L’export in volume di pelli grezze e wet blue nel 2019 è calato su base annua del 13% in volume e del 30% in valore: il fatturato estero si è attestato a poco più di 760 milioni di dollari. Sono calati tutti i principali mercati di riferimento: Cina e Hong Kong (che insieme valgono ancora più della metà del business) hanno ceduto l’8% in volume e 31% in valore, mentre l’area Europa rispettivamente il 13% e il 36% e l’Italia il 7% e il 45%. L’unico rimbalzo positivo arriva dal Vietnam, che nel 2019 incrementa gli acquisti dagli Stati Uniti del 92% in quantità e del 46% in valore.
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