Il governo argentino apre alla possibilità di rimuovere il dazio sull’export di materia prima conciaria. Le sigle dell’industria della carne hanno di recente denunciato lo stato di stallo della filiera della pelle: i magazzini sono pieni di stock che le concerie locali non riescono ad assorbire. Ora dal Ministero dell’Economia trapela che la rimozione del dazio dovrebbe essere inserita nel “programa Precios Justos”, il pacchetto di interventi per contrastare l’inflazione.
La situazione dei macelli
Ai primi del mese è rimbalzata la notizia dei disagi dei macelli della provincia di Santa Fé. I depositi sono pieni di pelli che le concerie non comprano e che, quindi, da problema economico rischiano di trasformarsi in minaccia sanitaria. Come spiegano dall’Argentina, il persistente stato siccitoso che ha caratterizzato il 2022 ha costretto gli allevatori ad aumentare i tassi di conferimenti ai macelli, pur di fronte a una domanda di carne stabile. E a una domanda di pelle finita sotto pressione, come in molti mercati.
Il dazio all’export
Fino al 2015 sull’export di materia prima conciaria l’Argentina applicava un dazio al 15%, poi abbassato al 10%. Comunque abbastanza per mettere le pelli grezze fuori mercato e mantenerle nella disponibilità delle aziende nazionali. Il dazio è stato sospeso in maniera provvisoria da giugno 2020, poi da ottobre 2020 a gennaio 2021 dazio come reazione alle sfide poste dalla pandemia. Ora le sigle della carne sono tornate alla carica e, a quanto pare, la stanno anche per spuntare. Si trincerano, però, dietro formule di prudenza: “Aspettiamo la pubblicazione in Bollettino Ufficiale”.
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