Nelle montagne russe dell’export di pelle statunitense, quelle sotto sale salgono (e di molto), mentre le wet blue cadono (e pure male). Lo sostengono i dati di USHLA, l’associazione USA della concia. Nei primi due mesi del 2017, la quantità di materia prima conciaria salpata dai porti americani è aumentata del 6,9%, toccando 4,6 milioni di unità. Non è merito delle wet blue, si diceva: il loro export in volume è diminuito del 12%, passando dagli 1,1 milioni di unità del 2016 alle 970.000 del bimestre gennaio-febbraio appena trascorso. Il tonfo è simmetrico anche prendendo in considerazione il valore delle esportazioni. Mentre il fatturato estero complessivo delle pelli USA è aumentato del 9,8% (335 milioni di dollari), trainato dalla crescita a doppia cifra (+20%) delle salate, le wet blue calano drasticamente. Il loro giro di affari si attesta a 91 milioni di dollari, il 10% in meno rispetto alla performance di un anno fa.
L’export di materia prima USA nei primi 2 mesi del 2017 non conosce mezze misure: boom delle pelli sotto sale, crollo delle wet blue
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