Non ci sono nuovi casi di afta epizootica in Germania, ma bandi sì

Non ci sono nuovi casi di afta epizootica in Germania, ma bandi sì

Il ministero tedesco dell’Agricoltura tedesco tira un sospiro (parziale) di sollievo: dopo il primo (e fin qui unico) caso del 10 gennaio, non sono emersi nuovi casi di afta epizootica negli allevamenti del Paese. Per le autorità tedesche il fatto è rassicurante, racconta Reuters, perché implica che non c’è una epidemia in corso. E perché, oltretutto, il contenimento del contagio è la premessa posta dall’Unione Europea affinché non si prefiguri la necessità di imporre limitazioni alla libera circolazione di prodotti della zootecnia dalla Germania. Limitazioni che, invece, qualcuno ha già imposto.

 

 

Il caso di afta epizootica in Germania

Fin qui, scrive la stampa internazionale, solo sul confine con la Polonia si sono visti controlli più serrati, mentre l’Olanda ha fermato gli acquisti di vitelli vivi, mossa che si accompagna alla scelta di Berlino di non concedere più autorizzazioni veterinarie per l’export di bestiame vivo. Misure di prudenza utili a evitare lo scenario peggiore: il blocco del commercio internazionale di prodotti (e sottoprodotti, incluse le pelli) animali. Intanto, c’è chi ha preferito chiudere i confini già al primo caso: il Regno Unito, tra i principali partner commerciali della Germania, ha immediatamente interrotto gli acquisti di prodotti bovini, suini e ovicaprini, come poi hanno fatto anche Messico e Corea del Sud.

Foto Shutterstock

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