La lotta al mycoplasma bovis continua in Nuova Zelanda: l’anno orribile per la zootecnia del Paese oceanico si chiude con l’abbattimento di 50.000 capi, ma il piano governativo per l’eradicazione della malattia prevede di arrivare a 100.000 unità di bestiame (delle 126 mila messe in preventivo a maggio del 2018), con test di controllo fino al 2025. “In questa fase – ha dichiarato il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern sullo stato dell’arte nel controllo dell’epidemia di mycoplasma bovis – abbiamo fiducia che l’approccio adottato per eliminare la malattia sia quello giusto e restiamo impegnati a continuare”. In Nuova Zelanda oggi ci sono 32 allevamenti infetti: 51 sono già stati risanati e gli allevatori hanno ricevuto un risarcimento per oltre 20 milioni di euro complessivi. Il batterio provoca negli animali aborti e polmoniti, ma pare che non sia pericoloso per i prodotti derivati quali carne e latte, mentre non compromette la qualità della pelle. Il primo focolaio del batterio del mycoplasma bovis è stato individuato a luglio del 2017. Secondo gli osservatori, il programma di macellazioni obbligatorie non ha influenzato il mercato della materia prima conciaria. (aa)
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