Pakistan, conciatori contro l’apertura all’export di animali vivi

Pakistan, conciatori contro l’apertura all’export di animali vivi

Export di animali vivi? La Pakistan Tanners Association (PTA) dice no. Secondo le notizie diffuse dai media locali, il governo del Pakistan starebbe valutando la possibilità di permettere la vendita all’estero di animali vivi. Il neoeletto presidente di PTA, Hamid Arshad Zahur, spiega perché l’industria conciaria si oppone alla proposta.

Le ragioni

Gravemente dannosa per il settore della pelle del Pakistan. Si conclude così l’analisi di PTA circa la possibilità che il governo liberalizza l’export di bestiame vivo. Secondo Zahur l’industria conciaria locale già fa i conti con la carenza di materie prime: le concerie devono importarne per circa il 35-40% del fabbisogno complessivo. Una percentuale destinata ad aumentare se il governo introducesse novità come l’ultima proposta. Tra le conseguenze, lamenta PTA, ci sarebbe l’aumento delle spese per le concerie del Paese, che si sobbarcano con prezzi dell’elettricità e del gas più elevati rispetto ai concorrenti dei paesi limitrofi. Nuovi aggravi, come quelli relativi alla materia prima, potrebbero far chiudere molte concerie del Paese.

 

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Un problema per il Paese

PTA elenca anche altri fattori negativi che la decisione provocherebbe per la società pakistana. Il sito tradechronicle.com, tra gli spauracchi agitati, cita anche l’aumento dell’inflazione dei prodotti alimentari, in particolare carne e latte, e della disoccupazione in varie aree del Paese. Zahur ha dunque rivolto un appello al Primo Ministro del Pakistan affinché archivi immediatamente l’idea che gli animali vivi possano essere esportati se vuole salvare la concia e continuare a beneficiare del contributo delle esportazioni della filiera della pelle. (mv)

Foto Shutterstock

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