Una fortuna in fumo per la scarsa qualità delle pelli grezze. Un danno da 3,5 miliardi di real (poco meno di 1 miliardo di euro) a un intero cluster manifatturiero dovuto all’approssimazione degli allevatori. Secondo l’associazione brasiliana della concia (CICB), le condizioni in cui la materia prima conciaria arriva ai bottali pregiudicano il lavoro di tutta la filiera e, colpendo la pelle, compromette l’economia del Paese. Secondo uno studio, commissionato da CICB e riportato dal portale Cuero América, nel 42,4% dei casi le pelli risultano danneggiate dall’azione di parassiti, nel 18,2% da marchiature, nel 13% dagli effetti dell’errata conversazione, nel 12,1% da danni in fase di scortico e nel 10,3% da quelli in fase di inchiodatura. Josè Fernando Bello, presidente di CICB, ci tiene a ricordare che il tema è influente per l’economia dell’intero Paese: “Se la pelle perde quote a favore di materiali alternativi, o se il suo valore cade in funzione della qualità – sono le sue parole – tutti i player economici ne escono sconfitti”.
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