Per far fronte alla crescente richiesta di pelli grezze, che il Paese non riesce a produrre con continuità (non ultimo, a causa del problema relativo alla discontinuità dell’energia elettrica in alcune aree), una rappresentanza del Council for Leather Exports (Cle), l’associazione indiana dei conciatori, ha preso accordi per visitare gli allevatori australiani e neozelandesi e diventarne cliente. Il tutto, ovviamente, senza tenere conto che l’India è una delle nazioni più protezioniste dell’area pelle mondiale, con quel 60% di dazio imposto sull’export di grezzo e semilavorato proprio per permettere alle sue concerie (quelle che adesso lamentano mancanza di materia prima) di lavorare. La missione della CLE è stata organizzata per anticipare la crescita di ordinativi di conciato, che nei primi quattro mesi dell’anno fiscale 2013 (aprile-luglio) ha registrato una crescita dell’export pari al + 13.6% (2,3 miliardi di dollari). Il governo ha inoltre stabilito per il 2016/17 l’obiettivo di esportare 14 miliardi di dollari annui in pelli lavorate. L’industria conciaria indiana fornisce impiego a due milioni e mezzo di persone, il 70% delle quali donne. (pt)
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